STONE CITY

Concorso Internazionale di Progettazione Stone City Headquarter. Bolgare. Italia. 2017

L’esistente è il campo d’azione dell’architetto. Per la produzione di architettura, il rispetto di questo campo è fondamentale, tanto parlando in termini relativi al paesaggio, tanto relativi alla città o al contesto storico. E’  fondamentale intendere che l’esistente non si riferisce esclusivamente a una realtà fisico-materiale, ma che esistono altri tipi di contesti più ampi che sono relazionati all’intangibile. E’ quello che noi chiamiamo  «concetto ampliato di contesto»: la memoria individuale e la memoria collettiva, gli aneli delle persone e le necessità della società, i linguaggi individuali e quelli universali..

Per noi la miglior maniera di lavorare con il contesto suppone una doppia attitudine. Da una parte il rispetto dell’esistente, che sia tangibile o meno, e dall’altra la assunzione della responsabilità, che abbiamo come  architetti, di costruire le strutture dove si svolgeranno le attività delle persone e, per estensione, della società, con l’ottimismo di un mondo migliore, necessariamente diverso.

L’approccio degli architetti spagnoli Mansilla y Tuñon coincide con le idee del geografo canadese Edward Relph, che sostiene, nel suo libro Places and Placelessness del 1976, che il luogo è costituito da tre componenti relazionate tra loro: caratteristiche fisiche o di apparenza, attività e funzioni concrete e significato e simboli.  Per lui questo concetto va molto al di là del senso geografico della localizzazione, è un prodotto dell’esperienza umana lì vissuta.

Lugar

 

Il territorio dove si colloca il progetto, una fabbrica vicino all’autostrada, è visto da molti come un non-luogo, ma intendendolo nella maniera prima descritta, costituisce un luogo concreto, perfettamente specificato e delimitato, non attraverso una realtà fisica singola ma attraverso un’attività, una funzione e una simbologia precisa.

Osservando e analizzando i prodotti dell’impresa, con l’intento di risaltare le sue qualità, notiamo la presenza di monoliti, elementi che rimandano a epoche remote, rievocano i menhir delle antiche civiltà e le loro enormi costruzioni e strutture.

Megalitico è un termine che deriva dalle parole greche mega (μεγας), grande e lithos (λιθος),pietra, ed è un monumento preistorico realizzato da uno o vari blocchi di pietra dalle forme semplici. Tutto ciò fa riflettere sulla qualità di ciò che è primitivo e, grazie alla sua astrazione, è ideale per costruire un edificio rappresentativo di un’impresa che vende un materiale tanto globale e universale come la pietra.

Proponiamo, pertanto, un dolmen contemporaneo, un ammontare di pietre strategicamente collocate, dove ognuna ha una sua funzione e sono precisamente disposte sulla parcella per permettere razionalmente gli altri usi necessari, parcheggio, giardini etc.

Le aree esterne sono partecipi di questi stessi criteri di semplicità e sobrietà, ispirandosi agli allineamenti dei menhir propri del neolitico, Queste, grazie al loro disegno elementare, hanno come maggior virtù quella di integrare il nuovo e il preesistente affinché formino un tutt’uno.

Descripción

Formalmente, l’edificio si compone di quattro grandi volumi: un ambiente, che corrisponde alla guardiola, una hall a doppia altezza, uffici su due piante, il lucernario, elemento che dà verticalità alla proposta e permette la sua visibilità dall’autostrada, e la piazza, uno spazio adiacente alla hall che permette la continuità dello stesso con l’esterno e delimitato da muri perimetrali che potenziano l’elegante sezione e, al tempo stesso, servono come schermo di protezione.

Funzionalmente, la proposta cerca di rispettare il più scrupolosamente possibile il programma di necessità stabilito, tanto nella sua posizione in pianta come nella superficie di ogni spazio disegnato.

Costruttivamente si opta per materiali di facile mantenimento e di grande durata, sistemi costruttivi a secco di grande flessibilità, attraverso l’impiego di vetri e divisori smontabili, e di una struttura in cemento armato con l’utilizzo di rivestimenti e pavimenti prodotti dall’impresa in questione.

VIVIENDA MERINO

vivienda unifamiliar merino. huétor vega. granada
«Divisare, Atlas of Architecture» ha publicado la «Vivienda Merino»  en «Spanish Houses«

vivienda unifamiliar merino. huétor vega. granada

 

vivienda unifamiliar merino. huétor vega. granada
vivienda unifamiliar merino. huétor vega. granada

divisare, atlas of architecture. spanish houses

Site

Arabs settled in the fertile plain of Granada, at the foot of Sierra Nevada, numerous farmhouses that are the original core of the current towns of it. They created a network of canals that still survive, perfectly regulated by decrees or «dulas», where they were produced and produce still today all kinds of fruit and vegetables. «The Merino house» is inserted in this landscape of orchards somewhat distorted by the many developments plots of small size (400 m², in our case) that gradually have been colonizing the territory, distorting the rural character of the same.

On such limited area, we choose to implement a compact box shaped strategically that explode the full potential of the place.

Project. Volume

In the Villa Müller by Adolf Loos (1930) space is defined by a projective  method that seems to come from the excavation of space itself, where soil and cover are compressed and expanded by the amount of ‘air’ required.

«The Merino house», as in the aforementioned villa, is conceived as an embedded prism in a plot with seemingly flat relief, which will then run some carvings product of the ratio of the volume with the natural terrain to fit on the ground or as a result of the searched relationships between projected spaces; it is so constituted a monolithic box that will be the raw material for space. Overall the usable vacuum is to dig a spatial sequence into the box, which is framed by the rooms on the upper levels and technical and service spaces in the lower house. The interspace is a cut carved into the built mass that is linked to outer space.

The openings in the volume does not come from outside, actually the opposite is true; They are the result of the excavation of the interior space looking for light, and obey the internal logic of the project expressing seemingly random. The only holes that come from the outside will be on access, where a porch is modeled, removing the excess prism and exposing a glazed surface that configures access and bedrooms level, carving a terrace in search for light and inescapable mountain views.

Project.  Space

The spatial sequence go deep into the solid mass, digging the interior space in a vertical direction, expanding the cover up in order to expand the stays. The spatial volumes will go through disjointed linking stairs between different horizontal planes.

To progress from outside to inside, the distance between floor and cover will produce an elastic, active space, which has its own heartbeat. The pulse of this space will obey the logic of activity: thus the living room and the kitchen will be larger spaces, whereas, for example, the work area will be picking on himself, embraced by activities more private.

The material

The construction system has to go according to the project method, so if we talk about carving, modeling the space, the material used possess these properties and characteristics that consolidate and reinforce the idea of the project, being the concrete for its expressive and sculptural qualities , the best ally to reveal the concept.

Vivienda Merino

OFICINAS DE LA SEGURIDAD SOCIAL EN SANLÚCAR LA MAYOR

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concurso de proyecto para la construcción de la nueva sede de la Seguridad Social en Sanlúcar La Mayor. Sevilla. 2009.
OFICINAS DE LA SEGURIDAD SOCIAL EN SANLÚCAR LA MAYOR. SEVILLA
OFICINAS DE LA SEGURIDAD SOCIAL EN SANLÚCAR LA MAYOR. SEVILLA

La parcela destinada a las nuevas oficinas de la Seguridad Social en Sanlúcar la Mayor, el hecho de su posición, a caballo entre lo rural y lo urbano, y en cierta medida también esa dualidad existente entre lo histórico (ciudad de origen islámico) y lo futurista (ciudad solar), son las premisas que generan la idea del proyecto, tratando de aunar esa especie de idea de yin y yang, de complementariedad de las cosas.

Con esta situación la propuesta se formula en los siguientes términos:

-Crear un edificio que medie entre la calle, la ciudad y el campo proporcionando nuevas visiones del entorno, enmarcando sus puntos estratégicos y estableciendo una continuidad en la memoria de ciudad, alejándose de una actitud de un proceso escultórico abstracto, siendo la construcción de llenos y vacíos los que le confieren una innegable condición arquitectónica.

-Situar el programa de necesidades dado dentro de este edificio en posiciones estratégicas, que al mismo tiempo que consiguen un funcionamiento adecuado de dichos espacios, permiten garantizar principios de sostenibilidad, de eficiencia energética y calidad ambiental

-Disponer de una piel singular emblemática, representativa de un edificio público, que sea partícipe también de esos mismos principios de respeto al medio ambiente, al mismo tiempo que responda a los condicionantes urbanos de su entorno inmediato.

-Dotar a la zona donde de su ubica de una pieza rotunda , un elemento de gran potencia visual que sea el que organice y cualifique espacialmente el lugar.

Proponemos por tanto, un edificio con una volumetría muy rotunda, de formas geométricas precisas, urbanas, pero que al mismo tiempo según se aleja del hecho urbano se va disolviendo, descomponiendo mediante un par de grietas que quieren recordar a la cárcava, a ese tajo natural tallado por la lluvia, en un intento de mimetizarse en el territorio circundante.

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edificio de la seguridad social en sanlúcar

Un edificio blanco, color  tradicional en toda la localidad y la comarca, que trata de pasar desapercibido entre el resto de las edificaciones, sin ningún tipo de estridencias, pero que aloja en su interior las más altas tecnologías (techo frío, suelo radiante, cubierta fotovoltaica, cubierta ecológica…)

Un edificio que se adecua a la topografía existente y dialoga con la ciudad y sus espacios públicos en un intento de diluir esa frontera existente entre el lleno y el vacío.

Un edificio en el que aplicando los criterios de sostenibilidad y de ahorro energético pasivos, se opta por una piel pesada de muros de hormigón con una gran inercia térmica, pocos huecos  en fachada situados en las orientaciones adecuadas y cubiertas tecnológicas y ecológicas.

Funcionalmente se ubican los aparcamientos y archivos en sótano  según especifica el programa de necesidades, y se zonifica el edificio en 4 grandes áreas, que responden a los requerimientos solicitados, la Administración de la Seguridad Social en planta baja, el C.A.I.S.S  entre planta baja y planta primera y la U.R.E,  y un espacio de reserva en planta primera que podrá adjuntarse o no a cualquiera de los tres anteriormente mencionados, por su ubicación y relación funcional entre cada uno de ellos.

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OFICINAS DE LA SEGURIDAD SOCIAL EN JEREZ

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Concurso de proyecto para la construcción de las oficinas de la Seguridad Social en Jerez. Cádiz. 2008.
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oficinas de la seguridad social en jerez

La idiosincrasia de Jerez, y la de sus grandes bodegas, ha dotado de un carácter a los edificios de cierta escala. En concreto estas bodegas se han caracterizado por sus grandes cubiertas (con bóvedas y cúpulas), patios,…, y la disposición de sucesos perceptivos alrededor de sus operaciones básicas: organización, medida y acontecimiento.

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Tal es la idea tomada para la colonización del lugar y su apropiación, la concepción  de estas oficinas como un edificio destacable dentro del tejido urbano, enlazado con esos otros edificios que han caracterizado la arquitectura jerezana. Un espacio fluido interactuado por lo público y lo privado genera una especie de superestructura organizativa de grandes luces en la que lo importante son la sensaciones sencillas: arriba, abajo, alrededor, encima, dentro, fuera. Este espacio fluido, simultáneo, vertical tiene su límite superior en una cubierta que sirve de referencia permanente en el recorrido del edificio, tanto interior como exterior.

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Una serie de franjas longitudinales marcan claramente los espacios de carácter privado (uso del personal del edificio) gradándose según la privacidad del uso, mientras que una gran franja transversal (destinada al público)cose los usos más privados con posibilidad de conexión con todos ellos. ( Esta disposición permite la versatilidad de todos los puestos de trabajo, posibilitando su utilización para atención al público, trabajo administrativo o interno según futuras modificaciones lo demanden).

Las plantas marcan claramente la jerarquía de usos mientras que los distintos patios los distinguen. De esta forma una secuencia de patios organiza la ubicación de los distintos usos, desde los más abiertos y flexibles a los más cerrados y contenidos.

Así el vestíbulo da acceso directo a la recepción e información así como a las zonas de espera de público conectando directamente con los usos administrativos, basado en una secuencia de salas a los dos lados de un corredor de distribución (funcionando como una espina dorsal del proyecto) y un gran espacio principal de trabajo abierto accesible directamente tanto por el público como por las zonas de trabajo cerrado. Este gran espacio se concibe como un espacio fluido salpicado de pequeños sucesos que matizan y enriquecen el lugar, como la luz natural filtrada a través de lucernarios, la continuidad espacial de los techos, los patios,….

El resto de usos se distinguen por la modulación y flexibilidad de sus espacios, estableciendo de la manera más adecuada las distintas relaciones funcionales entre los espacios de trabajo proyectados.

Organizativamente la disposición en planta de los usos responde a una jerarquía muy clara, distinguiendo entre espacios de servicio (n. c. verticales, aseos, cuartos técnicos, instalaciones…), espacios de trabajo cerrados, espacios de trabajo abiertos y las zonas de público.

Exteriormente, el acceso se produce desde la calle peatonal posibilitando la creación de un espacio urbano dilatado con el retranqueo en planta baja y primera del edificio, dando lugar a un gran porche constituyendo la fachada contraria un muro cortina que con el mismo juego geométrico existente en la cubierta pretende evocar el apilar de toneles en las bodegas locales.

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SEDE DE LA SEGURIDAD SOCIAL EN LUCENA

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Concurso de ideas para la construcción de la nueva sede de la Seguridad Social en Lucena. Córdoba. 2008.
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oficina de la seguridad social en lucena

 “ Para hacer una casa, se coge un puñado de aire y se lo sujeta con unas paredes “

Parece que subconscientemente hubiéramos cumplido puntualmente con las palabras de este proverbio nazarí para realizar este proyecto; pues eso, a falta de un lugar que sugiera otros registros por donde abordar el proyecto, hemos decidido no hacer un edificio de oficinas sino una casa para la Seguridad Social y para ello hemos sujetado con unas paredes el aire.

Un vacío urbano dentro de la ciudad , próximo al casco histórico rodeado de una edificación de viviendas unifamiliares adosadas, o en bloque, algunas producto de un proyecto unitario y, todas de escaso interés arquitectónico, anodinas y sin sugerencia que diese algunas claves para acometer el proyecto.

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Los parámetros urbanísticos de posición, altura, volumetría y edificabilidad definen casi en su totalidad la orientación, la forma y el volumen de la propuesta, permitiendo tan solo pequeños ajustes que dentro de nuestro proyecto van fundamentalmente encaminados a singularizar dicho volumen mediante la cubierta del mismo.
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Con esta situación la propuesta se formula de tres maneras:

-Situar el programa de necesidades dado dentro de este volumen en posiciones estratégicas, que al mismo tiempo que consiguen un funcionamiento adecuado de dichos espacios, permiten garantizar principios de sostenibilidad, de eficiencia energética y calidad ambiental

-Disponer de,” unas paredes “,una piel singular emblemática, representativa de un edificio público, que sea partícipe también de esos mismos principios de respeto al medio ambiente, al mismo tiempo que responda a los condicionantes urbanos de su entorno inmediato.

-Dotar a la zona donde de su ubica de una pieza rotunda , un elemento de gran potencia visual que sea el que organice y cualifique espacialmente el lugar.

Proponemos por tanto, un edificio pesado, masivo, casi tectónico, como una gran roca tallada en donde los espacios de trabajo vierten a este y al oeste,  y la luz penetra por unas grietas que se abren dentro de esa gran roca cerrados por unas paredes con una gran inercia térmica, situando los accesos principales a norte por el espacio público al que vierte y asoma el edificio.

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Formalmente el edificio se configura como un prisma paralepipédico que responde a la extrusión en altura de su planta delimitada por las alineaciones exteriores e interiores que marca el Plan General de Ordenación Urbana de Lucena, que se singulariza y se libera de toda esa rigidez en la que esta encorsetada mediante el “skyline” de la cubierta y los pequeños huecos de ventilación e iluminación que perforan el edificio, a veces en toda su altura, a veces no.

Aplicando los criterios de sostenibilidad y de ahorro energético pasivos, se opta por una piel pesada de muros de hormigón recubiertos por una fachada transventilada  de piedra con una gran inercia térmica y pocos huecos  en fachada.

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Funcionalmente se ubican los aparcamientos  en sótano  según especifica el programa de necesidades, y se zonifica el edificio en 2 partes en donde despachos, almacenes y servicios se ubican en la mitad este y las salas de trabajo, de atención al público y aulas de formación se disponen en el cuerpo oeste, diferenciándose dichas zonas no solo por su programa funcional si no también por su respuesta formal exterior e interior.

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planta baja
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planta 1ª

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EDIFICIO ADMINISTRATIVO EN JAÉN

edificio administrativo en santa maría del valle. jaén
Concurso de proyecto para la construcción de Edificio Administrativo en Jaén. C/ Santa María del Valle 13. Jaén. 2008.
edificio administrativo en santa maría del valle. jaén
edificio administrativo en santa maría del valle. jaén

La ubicación del edificio y su contexto urbano condicionan claramente la idea de proyecto. Conviven en la zona dos modelos de ciudad, el residencial, que responde a un patrón reticular y el de equipamientos, que responde a pautas mucho más aleatorias y libres, definiendo entre ellos la morfología del lugar.

Nuestro proyecto quiere asumir dicha morfología y se sitúa en posiciones a caballo entre ambos modelos, proponemos por tanto, dos edificios unidos por un gran zócalo que se disponen libremente sobre la parcela, casi aleatoriamente pudiera parecer en un principio, pero que responde claramente a las alineaciones que marca la calle Santa María del Valle, al norte y sur de la parte oeste, donde se ubica el solar, haciendo de charnela o rótula entre ese juego de patrones reticulares con distintas orientaciones que se van sucediendo a lo largo de la calle y formando parte de ese juego de situaciones aleatorias en el que están sumidos los equipamientos.

Por otra parte, la abrupta topografía del solar y la propia normativa del Plan General, no permiten proyectar un edificio aislándose de dichos parámetros, pues gracias a ello (topografía, condición de planta baja, usos permitidos en sótano) permite agotar la edificabilidad del solar, que en una situación completamente plana hubiera sido de todas luces imposible, al mismo tiempo que permite un juego de volúmenes y relaciones entre ellos mucho más atractivo e interesante. Gracias también a esta topografía, y a la diferenciación de cotas entre los extremos de parcela, permitirá disponer de hasta seis plantas en la zona sur y cuatro plantas en la zona norte.
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edificio administrativo en santa maría del valle. jaén

EDIFICIO ADMINISTRATIVO EN LA AVENIDA DE MADRID

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Concurso de ideas para un edificio administrativo en la Avenida de Madrid. Jaén. 2007
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edificio administrativo en la avenida de madrid. jaén

Proponemos un edificio en donde los espacios de trabajo vierten a este y al oeste, cerrados por un sistema modular de doble muro cortina junto a un parasol de vidrio serigrafiado al 100%, donde en invierno haya una mayor ganancia térmica y mayor iluminación, mientras que en verano gracias a la protección proyectada no  exista apenas carga térmica y permita una iluminación mas difusa en las zonas de trabajo.

Formalmente el edificio se configura como dos prismas paralepipédicos que responde a la extrusión en altura de su planta delimitada por las alineaciones exteriores e interiores que marca el Plan General de Ordenación Urbana de Jaén, en donde el único elemento que no responde a esos parámetros es la pieza o cordón umbilical que les une para establecer de manera más adecuada las distintas relaciones funcionales entre los espacios de trabajo proyectados.

Aplicando los criterios de sostenibilidad y de ahorro energético pasivos, se opta por una piel de vidrio y unos parasoles o celosías verticales adecuados a la orientación del edificio, que permiten la entrada de los rayos solares en invierno y la luz difusa en verano,

Dicho parasol se proyecta a un doble vidrio templado, con una opacidad absoluta, gracias a un serigrafiado de color que tiene como misión la sombra vertical.

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BALNEARIO EN LOS LANCES. TARIFA

Proyecto básico y de ejecución de balneario, restaurante y piscina en el Plan Parcial SL3 Los Lances. Tarifa. Cádiz. 2007
Proyecto básico y de ejecución de balneario, restaurante y piscina en el Plan Parcial SL3 Los Lances. Tarifa. Cádiz. 2007.
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 Balneario y salón de reuniones

El programa de necesidades consiste en un complejo de ocio compuesto por un restaurante-cafetería, un balneario y un salón de reuniones, una piscina colectiva y sus correspondientes aseos. Todo ello dispuesto en una sola planta e integrado en los espacios libres ajardinados interiores de la parcela.

El club social se resuelve como una serie de usos bajo una única cubierta plana y muy delgada, con una leve subida en el remate del balneario.

Este club social está compuesto por un restaurante-cafatería con capacidad para 50 comensales que a su vez sirve de terraza-bar para la piscina, contando en sus instalaciones de una cocina con almacén y cuarto de basuras. En segundo lugar, un balneario dotado de vestuarios separados por sexos y uno de minusválidos, saunas, y piscina climatiza. En tercer lugar, un salón de reuniones. Y por último, aseos masculinos, femeninos y para minusválidos que sirven de dotación para todo el conjunto así como para la piscina. Esta última, está compuesta por un vaso de adultos y otro infantil.

El edificio así ordenado genera espacios abiertos comunitarios, cuyo tratamiento y fin es el de zonas de esparcimiento al aire libre, convenientemente urbanizadas y ajardinadas, para lo cual se utilizarán especies aclimatadas a la zona.

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sección longitudinal